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Auto Check – OpenVPN

Su connessioni fastweb usando openvpn è in caso di restart dei router di destinazione spesso le sessioni restano appese e non viene ristabilito il tunnel, in teoria questo bug è stato risolto nelle ultime release, per non rischiare 4 righe di script:

#!/bin/bash
if ! ping -c 1 -w 5 "xxx.xxx.xxx.xxx" &>/dev/null ; then
/etc/init.d/openvpn restart
fi

Eseguite ogni 5 minuti come da cron:

*/5 * * * * /root/yeahup

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cisco-decrypt.c

/* Decoder for password encoding of Cisco VPN client.
Copyright (C) 2005 Maurice Massar
Thanks to HAL-9000@evilscientists.de for decoding and posting the algorithm!This program is free software; you can redistribute it and/or modify
it under the terms of the GNU General Public License as published by
the Free Software Foundation; either version 2 of the License, or
(at your option) any later version.

This program is distributed in the hope that it will be useful,
but WITHOUT ANY WARRANTY; without even the implied warranty of
MERCHANTABILITY or FITNESS FOR A PARTICULAR PURPOSE. See the
GNU General Public License for more details.

You should have received a copy of the GNU General Public License
along with this program; if not, write to the Free Software
Foundation, Inc., 59 Temple Place, Suite 330, Boston, MA 02111-1307 USA
*/

/*
Requires libgcrypt version 1.1.90 or newer
Compile with:
gcc -Wall -o cisco-decrypt cisco-decrypt.c $(libgcrypt-config --libs --cflags)
Usage:
./cisco-decrypt DEADBEEF...012345678 424242...7261
*/

#include <stdio.h>
#include <stdlib.h>
#include <gcrypt.h>
#include <errno.h>

int hex2bin_c(unsigned int c)
{
if ((c >= '0')&&(c <= '9'))
return c - '0';
if ((c >= 'A')&&(c <= 'F'))
return c - 'A' + 10;
if ((c >= 'a')&&(c <= 'f'))
return c - 'a' + 10;
return -1;
}

int hex2bin(const char *str, char **bin, int *len)
{
char *p;
int i, l;

if (!bin)
return EINVAL;

for (i = 0; str[i] != '\0'; i++)
if (hex2bin_c(str[i]) == -1)
return EINVAL;

l = i;
if ((l & 1) != 0)
return EINVAL;
l /= 2;

p = malloc(l);
if (p == NULL)
return ENOMEM;

for (i = 0; i < l; i++)
p[i] = hex2bin_c(str[i*2]) << 4 | hex2bin_c(str[i*2+1]);

*bin = p;
if (len)
*len = l;

return 0;
}

int c_decrypt(char *ct, int len, char **resp, char *reslenp)
{
const char *h1 = ct;
const char *h4 = ct + 20;
const char *enc = ct + 40;

char ht[20], h2[20], h3[20], key[24];
const char *iv = h1;
char *res;
gcry_cipher_hd_t ctx;
int reslen;

if (len < 48)
return 0;
len -= 40;

memcpy(ht, h1, 20);

ht[19]++;
gcry_md_hash_buffer(GCRY_MD_SHA1, h2, ht, 20);

ht[19] += 2;
gcry_md_hash_buffer(GCRY_MD_SHA1, h3, ht, 20);

memcpy(key, h2, 20);
memcpy(key+20, h3, 4);
/* who cares about parity anyway? */

gcry_md_hash_buffer(GCRY_MD_SHA1, ht, enc, len);

if (memcmp(h4, ht, 20) != 0)
return -1;

res = malloc(len);
if (res == NULL)
return -1;

gcry_cipher_open(&ctx, GCRY_CIPHER_3DES, GCRY_CIPHER_MODE_CBC, 0);
gcry_cipher_setkey(ctx, key, 24);
gcry_cipher_setiv(ctx, iv, 8);
gcry_cipher_decrypt(ctx, (unsigned char *)res, len, (unsigned char *)enc, len);
gcry_cipher_close(ctx);

reslen = len - res[len-1];
res[reslen] = '\0';

if (resp)
*resp = res;
if (reslenp)
*reslenp = reslen;
return 0;
}

int main(int argc, char *argv[])
{
int i, len, ret = 0;
char *bin, *pw;

gcry_check_version(NULL);

for (i = 1; i < argc; i++) {
ret = hex2bin(argv[i], &bin, &len);
if (ret != 0) {
perror("decoding input");
continue;
}
ret = c_decrypt(bin, len, &pw, NULL);
free(bin);
if (ret != 0) {
perror("decrypting input");
continue;
}
printf("%s\n", pw);
free(pw);
}

exit(ret != 0);
}

Download: cisco-decrypt

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Windows – Reset resolution from registry

Durante una migrazione di datacenter mi è capitato di aver fuori uso la console di un server perchè la risoluzione della scheda video è fuori range del monitor, avendo accesso RDP la soluzione è presto trovata dal registro di sistema nella seguente posizione:

My Computer\HKEY_CURRENT_CONFIG\System\CurrentControlSet\Control\VIDEO

Trovando la stringa “Monitor” si potrebbe cambiare direttamente la risoluzione, ma personalmente ho cancellato tutto il contenuto e riavviato così facendo ha ricreato le configurazione di default.

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OpenSSH – Generate server key

OpenSSH require different keys depending if you use SSH1 or SSH2 protocol. All keys are generated by “ssh-keygen” commad, that one should be available on your system with the ssh package. Default key lengths are also appropriate (2048 bits for rsa and 1024 bits for dsa)
For SSH1 protocol, you need a rsa1 key generated has follow:

# ssh-keygen -q -f /etc/ssh/ssh_host_key -N '' -t rsa1

For SSH2 protocol, you need two keys, one rsa key and one dsa key generated has follow:

# ssh-keygen -f /etc/ssh/ssh_host_rsa_key -N '' -t rsa
# ssh-keygen -f /etc/ssh/ssh_host_dsa_key -N '' -t dsa

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Cisco ASA – Enable SSH

If you have tried to setup SSH access on a new ASA, it might not have worked the way you wanted. That is because the RSA keys need to be generated first. To do that:

from configure terminal:

fw01/act(config)# crypto key generate rsaINFO: The name for the keys will be:

Keypair generation process begin. Please wait…

And then configure SSH to be allowed from the inside interface:

fw01/act(config)# ssh (inser your ip) (insert your netmask) outside

Now you can configure AAA and setup your own username.

First, a username needs to be created:

fw01/act(config)# username leonardo password mypassword privilege 15

And then configure AAA:

fw01/act(config)# aaa authentication ssh console LOCAL

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Satellite

9° Est
9° Est

Recentemente ho rifatto i puntamenti di alcune parabole, qui in particolare il grafico dello spettro del satellite Eurobird 9° Est (Ex Hotbird 2 ora riposizionato) facente parte della flotta Eutelsat.

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Asterisk – Eutelia SIP

Questo risulta essere un argomento un po’ delicato sopratutto sconsigliato a chi non ha un minimo di dimestichezza con asterisk, dal momento che non mi dilunghero troppo in spiegazioni sul funzionamento ma darò indicazioni essenziali e basta.

Chiunque abbia provato ad usare asterisk su eutelia una volta skypho è sicuramente incappato in qualche problema sia sulla parte di registrazione sia sulla parte di streaming dei flussi rtp, la spiegazione di tutto ciò è abbastanza semplice eutelia appoggia il sistema sip che distribuisce ai cliente utilizzando il Cisco SIP Gateway, lo si può capire velocemente facendo debug. Questa soluzione spesso non è molto propensa a dialogare con asterik in modo standard, pertanto se state usando interfacce GUI o soluzioni embedded potete smettere di leggere perchè la maggior parte delle volte è impossibile uscire dagli schemi imposti.

Ora il problema:
capita che registrando due o più trunk con numerazione in ingresso nonostante la definizione di context diversi per ogni numero, la chiamata diretta a numeri differenti segua sempre la stessa strada anche definendo DID e non facendo Catchall sul trunk/context stesso; questo succede perchè tutto il flusso in arrivo da eutelia viene riconosciuto e inoltrato sul primo trunk che si registra presso il gateway.
Fra le possibili soluzioni ci sarebbe avere un ip pubblico per trunk oppure come letto in giro per la rete modificare la porta da 5060 a 5061 e così via.. Certo sono soluzioni possibili ma per niente pratiche e a volte poco stabili.

La soluzione testata e affidabile usando 4 trunk è la seguente:
-premessa sullo scenario nel mio caso il pbx è nattato utilizzando un ip pubblico statico, ma la stessa soluzione è testata anche su un pbx con ip pubblico in routing senza nat.
-nelle configurazioni i numeri sono oscurati ommettendo le ultime tre cifre con XXX e al posto delle password è inserita la parola “mysecret”

Prima cosa definiamo il trunk e il context principale nel file /etc/asterisk/users.conf qui è importante definire il primo trunk o quello preferito per le chiamate in uscita dato che lo stesso context può essere usato anche per quello.

[eutelia]
type = friend
srvlookup = yes
realm = voip.eutelia.it
username = 0245071XXX
secret = mysecret
fromuser = 0245071XXX
fromdomain=voip.eutelia.it
qualify = yes
insecure = port,invite
host = voip.eutelia.it
context = from-eutelia
nat = yes
canreinvite = no
disallow = all
allow = ulaw
allow = alaw
useragent=Asterisk_Eut

Successivamente definiamo la registrazione dei numeri aggiuntivi nel file /etc/asterisk/sip.conf:

register => 0245071XXX:mysecret@eutelia/0245071XXX
register => 0245072XXX:mysecret@eutelia/0245072XXX
register => 0245073XXX:mysecret@eutelia/0245073XXX
register => 0245074XXX:mysecret@eutelia/0245074XXX

Ora l’ultima fase definiamo dove far andare le chiamate e dove farle uscire, questo nel file /etc/asterisk/extensions.conf

#DID in ingresso dal context di eutelia qui definiamo dove dirottare le chiamate, nel primo esempio vanno ad un gruppo di chiamata, nel secondo ad un voice menu, nel terzo ad un exetension SCCP e infine nel quarto ad un extension SIP

[from-eutelia]
exten => 0245071XXX,1,GoTo(ringroup1,s,1)
exten => 0245072XXX,1,GoTo(voicemenu1,s,1)
exten => 0245073XXX,1,Dial(SCCP/114)
exten => 0245074XXX,1,Dial(SIP/112)

Ora per definire le chiamate in uscita dovete andare nel vostro context principale in cui sono definite le regole per le extension e il dialplan, tipicamente lo riconoscete perché è quello definito nel file user all’interno delle singole extension, nel mi caso di chiama “DialPlan01”

#Questo formato inoltra qualsiasi chiamata preceduta dal condice di impegno della linea “0” sul trunk eutelia ovviamente rimuovenlo prima dell’inoltro:

[DialPlan01]
exten = _0.,1,Dial(SIP/eutelia/${EXTEN:1})
exten => 112,1,dial(SIP/112)
exten => 114,1,dial(SCCP/114)

Ammetto che lo “0” per l’impegno delle linee è una cosa abbastanza antiquata derivata dai vecchi pbx a cui in parte sono ancora affezzionato, è possibile benissimo definirla in questo modo:

exten = _.,1,Dial(SIP/eutelia/${EXTEN})

In modo che tutte le chiamate non locali vengano inoltrate direttemente sul trunk.

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IIS Socket Pooling

C’è una cosa brutta da sapere e si scopre quando per caso proviamo ad installare un servizio in ascolto sulla porta 80 su windows che ha già attivo per sfortuna nostra IIS, si chiama socket pooling, infatti automaticamente iis decide di essere in ascolto su tutti i socket quindi ogni indirizzo configurato sulla macchina, impedendo l’avvio di qualsiasi altro servizio (es. apache) anche se apparentemente configurato correttamente.

Per ovviare a questo problema ecco come fare:
-Prima di tutto installate i support tools, dove sono? Inserite il cd nella directory \Support\Tools trovate un pacchetto suptools.msi
-Ora potete procedere:

Definizione dello scenario in questo caso un server con windows con i seguenti ip:
xxx.xxx.xxx.xxx (destinato a iis)
yyy.yyy.yyy.yyy (destinato ad altro webserver)

from cmd (support tool shell):


#settiamo l'ip in ascolto di iis
httpcfg set iplisten -i xxx.xxx.xxx.xxx
#eliminiamo l'ascolto di iis su questo ip
httpcfg delete iplisten -i yyy.yyy.yyy.yyy

#verifichiamo di non aver fatto errori
httpcfg query iplisten

#riavviamo il tutto per rendere effettive le modifiche
net stop http /y
net start w3svc

Nota: queste operazioni sono testate su IIS6 quindi sulle piattaforme Windows 2003 (tutte le versioni) non posso garantire il funzionamento identico su 2008

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Miaoo – Tomcat su Debian

Breve draft su come installare tomcat su debian, in questo caso lenny, le versioni dei pacchetti potrebbero cambiare ma il risultato finale è quello.

Partiamo installando quello che ci serve:

#apt-get install tomcat5.5 tomcat5.5-admin sun-java5-jdk tomcat5.5-webapps

Attenzione, se l’installazione debian di default sicuramente non trovo il java jdk, è necessario quindi aggiungere il repository non-free, in apt editando in questo modo: /etc/apt/source.list

deb http://your-mirror-url/debian/ lenny main non-free
deb-src http://your-mirror-url/debian/ lenny main non-free

Configurare il sistema per utilizzare java

srv01#update-alternatives --config java

There are 2 alternatives which provide ‘java’.

Selection Alternative
———————————————–
1 /usr/lib/jvm/java-1.5.0-sun/jre/bin/java
*+ 2 /etc/alternatives/kaffe-system/bin/java

Press enter to keep the default[*], or type selection number:

digitiamo 1 per attivare /usr/lib/jvm/java-1.5.0-sun/jre/bin/java

Definiamo il runtime java specifico installato e reso di default nel sistema come da step precendenti, editando il file /etc/default/tomcat5.5 e aggiungendo:

JAVA_HOME=/usr/lib/jvm/java-1.5.0-sun/

Definiamo ora gli utenti per l’interffaccia di gestione editando il file /var/lib/tomcat5.5/conf/tomcat-users.xml e creando una struttura simile:

<?xml version='1.0' encoding='utf-8'?>
<tomcat-users>
<role rolename="tomcat"/>
<role rolename="role1"/>
<role rolename="standard"/>
<role rolename="manager"/>
<role rolename="admin"/>
<user username="tomcat" password="pwd" roles="tomcat,admin"/>
<user username="both" password="pwd" roles="tomcat,role1"/>
<user username="role1" password="pwd" roles="role1"/>
<user username="leo" password="pwd" fullName="leonardo" roles="standard"/>
<user username="manager" password="pwd" fullName="" roles="manager"/>
</tomcat-users>

In questo caso sono definiti 3 utenti, due principali e uno definito dall’utente (manager, admin, leo)

Fatto questo avviamo tomcat o riavviamolo se già attivo:

srv01#/etc/init.d/tomcat5.5 start o restart

Di default il server è in ascolto sulla porta 8180 quindi per accedere andare all’indirizzo:

http://ipserver:8180/

Nota: nel mio caso ho usato il pacchetto jdk5 che contiene il java 1.5.0 è disponibile anche a scelta il pacchetto 1.6.0 ovviamente di chiama jdk6

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SCSI R.I.P.

During a raining night..

Syslog tail:

Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092056] >>>>>>>>> Dump Card State Begins <<<<<<<<
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092059] scsi0: Dumping Card State in Command phase,/
at SEQADDR 0x157
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092063] Card was paused
[cut]
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092511] Pending list:
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092514] 6 SCB_CONTROL[0x60]:(TAG_ENB|DISCENB)
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092521] SCB_SCSIID[0x7] SCB_LUN[0x0]
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092526] 2 SCB_CONTROL[0x74]: /
(DISCONNECTED|MK_MESSAGE|TAG_ENB|DISCENB)
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092534] SCB_SCSIID[0x7] SCB_LUN[0x0]
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092539] 3 SCB_CONTROL[0x0] SCB_SCSIID[0x7] SCB_LUN[0x0]
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092547] Kernel Free SCB list: 7 1 4 5 11 10 9 8
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092556]
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092558] <<<<<<<<< Dump Card State Ends >>>>>>>>>
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092570] scsi0:0:0:0: Cmd aborted from QINFIFO
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092579] aic7xxx_abort returns 0x2002
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092590] sd 0:0:0:0: [sda] Attempting to queue a TARGET RESET message
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092594] CDB: 0x2a 0x0 0x0 0x5a 0xf3 0xbc 0x0 0x0 0x8 0x0
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092604] aic7xxx_dev_reset returns 0x2003
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092655] Recovery SCB completes
Jul 18 03:02:18 pbx01 kernel: [265460.092696] Recovery SCB completes
pbx01:/#
pbx01:/# Timeout, server not responding.
leobook2-w:~ leonardorizzi$

Ouch!

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Dump System log on Windows

If you wanna to dump windows event log, in readable format form debug youre fucking .NET application running on IIS you can do this:

Fist of all you need a special tool for this “dumpel.exe” (in pure Microsoft style) part of Windows Resource Kit 2000 (yeah only 9 year ago):
You can download from http://support.microsoft.com/kb/927229
Then create a bat or vbs file with this command:

dumpel.exe -l Application -f "\\path-to\app_log\app_all.csv"

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Mac OS X – Cisco VPN Client

If you are running Cisco’s VPN Client on Mac OSX, you might be familiar with (or tormented by) “Error 51: Unable to communicate with the VPN subsystem”. The simple fix is to quit VPN Client, open a Terminal window, (Applications -> Utilities -> Terminal) and type the following from root user:

# /System/Library/StartupItems/CiscoVPN/CiscoVPN restart

Stopping Cisco Systems VPN Driver
kextunload: unload kext /System/Library/Extensions/CiscoVPN.kext succeeded
Starting Cisco Systems VPN Driver
kextload: /System/Library/Extensions/CiscoVPN.kext loaded successfully

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Cisco – Get & Save config using telnet

Vi è mai capitato di dover salvare delle configurazione da apparati cisco senza avere un tftp a disposizione?

In aiuto un piccolo script:

#!/bin/bash
host=xx.xx.xx.xx
port=23
login=user
passwd=pass
nobreak='terminal length 0'
cmd='show running-config all'
(echo open ${host} ${port}
sleep 1
echo ${login}
sleep 1
echo ${passwd}
sleep 1
echo ${nobreak}
sleep 1
echo ${cmd}
sleep 30
echo exit) | telnet > sw01.txt

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Configuring the svnserve daemon

– Creating the repositories

If you have not created any subversion repositories yet, you can create one with svnadmin:

# svnadmin create ~/my-repository

– Tweaking svnserve.conf

Open up and edit the svnserve.conf file located in the $HOME/my-repo/conf/ directory.

#
# Sample $HOME/my-repo/conf/svnserve.conf
#
[general]

# Path to the file containing svn users and passwords.
password-db = $HOME/my-repo/conf/passwd

# Authentication realm of the repository. Two repositories using the
# same password-db should have the same realm.
realm = My-test-repository

# Deny all anonymous access
anon-access = none

# Grant authenticated users read and write privileges
auth-access = write

– Setting up password authentication

Open up and edit the password-db file (ie. $HOME/my-repo/conf/passwd). A sample entry might look like this:

[users]
user1 = password1
user2 = password2

– Starting up the server

Run the server by invoking svnserve with the -d switch (daemon mode) and –listen-host 1.2.3.4 (substituting 1.2.3.4 for your v-host IP address).

# svnserve -d –listen-host 1.2.3.4 -r $HOME/my-repo

To ensure that your svnserve gets started whenever the server is booted, you must add a @reboot line to your crontab. Use the crontab -e command to bring up your crontab in your favorite text editor and add the following line:

@reboot svnserve -d –listen-host 1.2.3.4 -r $HOME/my-repo

– Testing the server

To test the server’s functionality, you can create a working copy of your repository using your shell. The checkout command will create a working copy of the repository:

# svn co svn://your-domain.com/$HOME/my-repo my-working-dir
# cd my-working-dir
# echo “foo bar” > test-file
# svn add test-file
# svn remove test-file
# svn commit

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Configuring subversion access over HTTP/DAV

– Creating the repository

If you have not created any Subversion repositories yet, you can create one with svnadmin:

# svnadmin create ~/my-repository

Adding mod_dav_svn to your httpd

# a2enmod mod_dav_svn

If you plan to use fine-grained permissions, load mod_authz_svn.so as well:

# a2enmod mod_authz_svn
– Configuring access to repositories

HTTP access to your repositories is defined using a <Location> section in your httpd.conf.

<Location /myproject>
DAV svn
SVNPath /home/myself/myrepos/myproject
AuthType Basic
AuthName “My project”
AuthUserFile /home/myself/private/myproject.pw
Order deny,allow
<LimitExcept GET PROPFIND OPTIONS REPORT>
Require valid-user
</LimitExcept>
</Location>

This entry would grant read-only access to everyone and write access to every user AuthUserFile. You can use the htpasswd utility to create or update this file, as described here.

The next entry grants read/write access to users in the AuthUserFile, and no access to anyone else.

<Location /myproject>
DAV svn
SVNPath /home/myself/myrepos/myproject
AuthType Basic
AuthName “My project”
AuthUserFile /home/myself/private/myproject.pw
Order deny,allow
Require valid-user
</Location>

The previous examples all define access on a per-repository basis. It is also possible to grant access from specific users to specific areas of the repository, using fine-grained permissions.

– Testing the repository

Using either a remote Subversion client or the standard svn command from your shell, you can generate your working copy of the repository with the checkout command. If you are accessing public data over a read-only account, you can use a standard http URL:

# svn co http://your-domain/myproject/

If you are accessing private data or using a read/write account, make sure to use an https URL:

# svn co https://your-domain/myproject/

The contents of public repositories are also accessible from a web browser. Keep in mind that search engines will try to index any public data, so you may want to use a robots.txt file.

– Using fine-grained permissions (optional)

You can allow or deny specific users read/write privileges on specific items within a repository using AuthzSVNAccessFile. If you use this directive, make sure the mod_authz_svn module is loaded.

<Location /repos>
DAV svn
SVNPath /home/myself/myrepos

# Access Control via the authz module.
AuthzSVNAccessFile /home/myself/private/myrepos.acl
# Anonymous access is allowed. Prompt as needed.
Satisfy Any
Require valid-user
AuthType Basic
AuthName “My subversion repositories”
AuthUserFile /home/myself/private/myrepos.pw
</Location>

The file specified in AuthzSVNAccessFile is a plain text file which defines fine-grained access lists. Note that all path names specified are relative to the SVNPath.

#
# Allow anonymous read access to everything by default.
#
[/]
* = r

#
# Grant alice and bob write access to all of /myproject1/.
#
[/myproject]
* = r
leo = rw
temp = rw

#
# Grant carol and charlie write access to only /myproject/foo
#
[/myproject/foo]
leo= rw
temp = rw

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MySQL Change Password

If you have never set a root password for mysql, the server does not require a password at all for connecting as root. To setup root password for first time, use mysqladmin command at shell prompt as follows:

# mysqladmin -u root password NEWPASSWORD

However, if you want to change (or update) a root password, then you need to use following command

# mysqladmin -u root -p oldpassword newpass

Enter password:
Change MySQL password for other user
To change a normal user password you need to type (let us assume you would like to change password for leo):

# mysqladmin -u leo -p oldpassword newpass

Changing mysql root user password using mysql sql command
This is another method. mysql stores username and passwords in user table inside mysql database. You can directly update password using the following method to update or change password for user leo:

1. Login to mysql server, type following command at shell prompt:

# mysql -u root -p

2. Use mysql database (type command at mysql> prompt):

mysql> use mysql;

3. Change password for user leo:

mysql> update user set password=PASSWORD(“NEWPASSWORD”) where User=’leo’;

4. Reload privileges:

mysql> flush privileges;
mysql> quit

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ProFTP(D) – Ident Lookups

Visto che mi è capitato e mi dimentico sempre, proftpd nell’installazione standard (Debian per capirci) è attivo di defaultl l’ident del client, quindi colpa del reverse o colpa dei dns mal configurati la connessione risulta parecchio lenta nella fase di autenticazione.

Per risolvere:

#/etc/proftpd/proftpd.conf
IdentLookups no

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Fiat Ecodrive – Database

E così ho comprato una 500, come per le macchine di nuova produzione della Fiat a bordo hanno equipaggiato un sistema che si chiama Blue & Me un computer di bordo basato su Windows Mobile for Automotive, che tuttosommato non è neanche una scelta così pessima quando funziona.

Questa breve introduzione mi era necessaria per descrivere un software fornito dalla Fiat chiamato Ecodrive installabile sul computer di bordo dell’automobile. Nonostante il nome non è nientaltro che un datalogger dei dati di bordo come velocità, numero di giri del motore, temperature ecc. che salva tutto su una drive collegato alla porta usb della macchina.

Di base nasce tutto come un supporto alla guida che aiuti a migliorare lo stile al fine di ridurre i consumi..
Inutile dire che fa abbastanza ridere questa cosa come anche l’interfaccia grafica del software che lo rendo un giocattolo.

A questo punto dati + software indecente, nasce spontaneo eliminare una delle due cose e correre ai ripari.

I dati grezzi vengono salvati nel drive usb in /iFiat/ecoDrive/data/
in un file chiamato eddrm.-idnumericoauto-.bin
da lazyman non ho ancora trovato il significato di questo file quindi consiglio di passare allo step successivo che offre i dati già pronti.

Il software Ecodrive fornito è un’applicativo scritto in Adobe AIR ad occhio può sembrare una scelta di dubbia convenienza ma sul sito fiat ho avuto una grande sorpresa il download era disponibile anche per Mac OS X.
Ovviamente non sto a descrivere come installare e usare il programma quindi do per scontato che sia già stata fatta la prima importazione dei dati.

I dati sono stoccati sulla macchina locale in quattro file SQLite in una directory simile a questa:

/Users/username/Library/Preferences/com.fiat.convergence.-idnumerico-.1/Local Store/

ecoDrive.db (Questo file contiene di dati varibili del software come costo carburante e simili aggiornati automaticamente da internet)
ecoDriveCommunity.db (Questo file contiene i dati statistici della comunity usati per fare in confronto con i trend locali)
ecoDriveJourney.db (Questo file contiene i dati devi viaggi effettuati dai veicoli)
iFiat.db (Questo file contiene le configu razioni base del programma e veicoli)

I file si possono aprire con qualsiasi cosa supporti SQLite ad esempio io uso SQLite Database Browser per Mac OS X:
A noi serve il seguente file ecoDriveJourney.db in seguito illustro lo schema per tabelle:

Table: AccellerationBandData
Field: JourneyId (integer PRIMARY) id numerico del viaggio generato ad ogni avvio e spegnimento del computer di bordo.
Field: LowerSpeed (integer PRIMARY) valore numerico che esprime la velocità minima in km/h
Field: UpperSpeed (integer PRIMARY) valore numerico che esprime la velocità massima in km/h
Field: Acceleration (FLOAT) valore numerico positivo che esprime l’accellerazione in “g” per essere più chiari m/s2
Field: Deceleration (FLOAT) valore numerico negativo che esprime l’accellerazione in “g” per essere più chiari m/s2
Table: DatabaseVersion (questa tabella non contiene dati utili)

Table: DrivingCategoryScore
Field: JourneyId (integer PRIMARY) id numerico del viaggio generato ad ogni avvio e spegnimento del computer di bordo.
Field: JourneyCategoryId
Field: Score

Table: GearData
Field: JourneyId (integer PRIMARY) id numerico del viaggio generato ad ogni avvio e spegnimento del computer di bordo.
Field: Gear (integer PRIMARY) id numerico che indica la marcia 0 indica la retro
Field: AverageAcceleration (FLOAT) valore numerico positivo che esprime l’accellerazione in “g” per essere più chiari m/s2 per la singola marcia
Field: AverageDownshiftRPM (FLOAT) valore numerico che indica gli RPM minimi raggiunti con la marcia inserita
Field: AverageUpshiftRPM (FLOAT) valore numerico che indica gli RPM massimi raggiunti con la marcia inserita
Field: PercentUsage (FLOAT) sono ancora indeciso su questo dato non riesco ad interpretare i decimali
Field: AverageDeceleration (FLOAT) valore numerico negativo che esprime l’accellerazione in “g” per essere più chiari m/s2

Table: Journey
Field: Id (integer PRIMARY) id numerico del viaggio generato ad ogni avvio e spegnimento del computer di bordo.
Field: UserLocalId identificativo interno dell’autista
Field: VehicleLocalId identificativo interno del veicolo
Field: StartTime ora di inizione del viaggio espresso in unixtimestamp
Field: StartDate data di inizione del viaggio espresso in unixtimestamp
Field: EndTime ora fine di fine del viaggio espresso in unixtimestamp
Field: StartOdometer kilometri indicati dal tachimetro al momento di inizio del viaggio
Field: StopOdometer kilometri indicati dal tachimetro all fine del viaggio
Field: EcoIndex paramentro dell’ecodrive
Field: EcoIndexServerId paramentro dell’ecodrive
Field: EcoIndexServerAlgorithmVersion paramentro dell’ecodrive
Field: PricePerUnit costo del carburante
Field: FuelConsumed carburante usato
Field: JourneyType tipo di viaggio urbato/extraurbano viene calcolato in base a velocità massima e distanza, dato non reale
Field: ComputedServerFuelConsumption carburante usato
Field: ConsumptionUnit unità in cui è espresso il consumo
Field: TripDataCount ???

Table: TripAComputerData
Field: JourneyId (integer) id numerico del viaggio generato ad ogni avvio e spegnimento del computer di bordo.
Field: DateTime cambo che indica data e ora in cui viene registrato il record espresso in unixtimestamp
Field: PartialOdometer inidica in kilometri quanto indica il tachimetro parziale
Field: AverageSpeed velocità media espressa in km/h
Field: AverageFuelConsumption: valore che esprime il consumo medio in litri per 100Km
Field: EventType tipo di viaggio urbano/extraurbano
Field: DistanceUnit indica con che unità sono espresse le distanze.

Table: TripData
Field: JourneyId (integer) id numerico del viaggio generato ad ogni avvio e spegnimento del computer di bordo.
Field: DateTime cambo che indica data e ora in cui viene registrato il record espresso in unixtimestamp
Field: EngineSpeed RPM del motore
Field: VehicleSpeed velocità veicolo in Km/h
Field: IstantaneosFuelConsumption valore che esprime il consumo medio in litri per 100Km
Field: AverageFuelConsumption valore che esprime il consumo medio in litri per 100Km

Table: TripStatusData
Field: JourneyId (integer) id numerico del viaggio generato ad ogni avvio e spegnimento del computer di bordo.
Field: DateTime cambo che indica data e ora in cui viene registrato il record espresso in unixtimestamp
Field: ExternalTemperature temperatura esterna espressa in gradi centigradi
Field: CompressorSts ???

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Windows – Symlink

Hahahah,

I’m burst in laughter when I read this NTFS (under win 2000 or above) specific, obviously Microsoft called with Junction name.

Unfortunately, Windows comes with no tools for creating junctions, for use this funtion there’s two additional program:

– Get Resouce Kit and use “linkd” program

– Use “junction” program form Sysinternal tool

More info:

http://support.microsoft.com/?kbid=205524

http://technet.microsoft.com/en-us/sysinternals/bb896768.aspx

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IIS maxupload limit ASP

IIS 6 on Windows Server 2003 or R2 has a limit of 200 KB for ASP requests in general and file uploads. To change this limitation you need to edit the Metabase file, which can be found at c:\Windows\System32\Inetsrv\MetaBase.xml.
Follow these steps:
– Stop IIS from command line

iisreset /STOP

– Open MetaBase file, find the variable AspMaxRequestEntityAllowed limits the number of bytes in the page request (by default 200KB); change the value to 1073741824 (unlimited) or to a limit of your choice.

– Start IIS from command linet:

iisreset /START

There’s another way for do this change without stop the service but sincerly IIS is a Microsoft program, I’m no sure about this operation..

Go to IIS and right click the server, select Properties, and check the box “Allow changes to MetaBase configuration while IIS is running” then try to edit metbase file.

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Windows – Change IP from command line

Yes, is possibile don’t make lot of click to reconfigure network interfaces under Windows, using “netsh” command like this:

For set up static address and metric 1 gateway:

netsh interface ip set address name=”Local Area Connection” static ip.ip.ip.ip 255.255.255.0 gw.gw.gw.gw 1

For set up static dns:

netsh interface ip set dns “Local Area Connection” static xx.xx.xx.xx
netsh add dns “Local Area Connection” addr=xx.xx.xx.xx index=2

For setup ip by dhcp:

netsh interface ip set address name=”Local Area Connection” source=dhcp
netsh interface ip set dns name=”Local Area Connection” source=dhcp

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Linux – Iftop

iftop command listens to network traffic on a named network interface, or on the first interface it can find which looks like an external interface if none is specified, and displays a table of current bandwidth usage by pairs of hosts. iftop is a perfect tool for remote Linux server over ssh session.

iftop must be run by the root or the user who has sufficient permissions to monitor all network traffic on the network interface.
Type iftop command at tge shell prompt to display traffic:

# iftop


However, iftop works best when you use filters. For example, if you want to find out how much bandwidth users are wasting or trying to figure out why the network is slow,

# iftop -f icmp

You can display or analyses packet flowing in and out of the 192.168.1.0/24 network:

# iftop -F 192.168.1.0/24

Disable output for DNS traffic by using filter code such as:

# iftop -f 'not port domain'

iftop has many options read man page for further information.

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Linux – Send mail from command line

The Linux command line can be very powerful once you know how to use it. You can parse data, monitor

Mutt:
One of major drawbacks of using the mail command is that it does not support the sending of attachments. mutt, on the other hand, does support it. I’ve found this feature particularly useful for scripts that generate non-textual reports or backups which are relatively small in size which I’d like to backup elsewhere. Of course, mutt allows you to do a lot more than just send attachments. It is a much more complete command line mail client than the “mail” command. Right now we’ll just explore the basic stuff we might need often. Here’s how you would attach a file to a mail:

# echo "Sending an attachment." | mutt -a backup.zip -s "attachment" leo@deepreflect.net

This command will send a mail to leo@deepreflect.net with the subject (-s) “attachment”, the body text “Sending an attachment.”, containing the attachment (-a) backup.zip. Like with the mail command you can use the “-c” option to mark a copy to another mail id.
Shell scripting:
Now, with the basics covered you can send mails from your shell scripts. Here’s a simple shell script that gives you a reading of the usage of space on your partitions and mails the data to you.

#!/bin/bash
df -h | mail -s "disk space report" leo@deepreflect.net

Save these lines in a file on your Linux server and run it. You should receive a mail containing the results of the command. If, however, you need to send more data than just this you will need to write the data to a text file and enter it into the mail body while composing the mail. Here’s and example of a shell script that gets the disk usage as well as the memory usage, writes the data into a temporary file, and then enters it all into the body of the mail being sent out:

#!/bin/bash
df -h > /tmp/mail_report.log
free -m >> /tmp/mail_report.log
mail -s "disk and RAM report" leo@deepreflect.net < /tmp/mail_report.log

Now here’s a more complicated problem. You have to take a backup of a few files and mail then out. First the directory to be mailed out is archived. Then it is sent as an email attachment using mutt. Here’s a script to do just that:

#!/bin/bash
tar -zcf /tmp/backup.tar.gz /home/leo/files
echo | mutt -a -s /tmp/backup.tar.gz "daily backup of data" leo@deepreflect.net

The echo at the start of the last line adds a blank into the body of the mail being set out.

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Debian – Service startup

Under Debian Linux startup files are stored in /etc/init.d/ directory and symbolic linked between /etc/rcX.d/ directory exists. Debian Linux uses System V initialization scripts to start services at boot time from /etc/rcX.d/ directory. Debian Linux comes with different utilities to remove unwanted startup file

Using rcconf:

This tool configures system services in connection with system runlevels. It turns on/off services using the scripts in /etc/init.d/. Rcconf works with System-V style runlevel configuration. It is a TUI(Text User Interface) frontend to the update-rc.d command.

Install rcconf in Debian:

#apt-get install rcconf

To start rconf, login as root user and type rcconf

# rcconf

Select the service you would like to enable or disable.

Using sysv-rc-conf:

sysv-rc-conf provides a terminal GUI for managing “/etc/rc{runlevel}.d/” symlinks. The interface comes in two different flavors, one that simply allows turning services on or off and another that allows for more fine tuned management of the symlinks. Unlike most runlevel config programs, you can edit startup scripts for any runlevel, not just your current one.

Install sysv-rc-conf in debian:

#apt-get install sysv-rc-conf

This will install sysv-rc-conf.Now you need to run the following command

# sysv-rc-conf

Select the service you would like to enable or disable.

Both sysv-rc-conf and rcconf are best tools to use on Remote Debian Linux or when GUI is not available

You can also use update-rc.d script as follows (update-rc.d removes any links in the /etc/rcX.d directories to the script /etc/init.d/service):

# update-rc.d -f {SERVICE-NAME} remove

For example to stop xinetd service you can type command as follows:

# update-rc.d -f xinetd remove

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CentOS – Asterisk

Brevemente, come installare Asterisk su CentOS usando yum.
Partiamo dal indicare che ufficialmente CentOS nei sui repository non ha i pacchetti di asterisk, quindi è necessario utilizzarne degli altri, in particolare quelli di Trixbox che come ben sapere è basata su questa distribuzione.

Per primo, installare il plug-in che ci permette di gestire le priorità

[root@server ~]# yum install yum-priorities

Creare un file con il seguente contenuto e posizionarlo in /etc/yum.repos.d/ nominandolo con estensione .repo

[trixbox]
name=Trixbox – Repo
baseurl=http://yum.trixbox.org/centos/5/RPMS/
gpgcheck=0
priority=2
enabled=1

A questo punto è necessario inserire il campo “priority=1” negli altri .repo presenti nella directory e procedere con l’installazione di asterisk soddisfando le dipendenze relative ad esso con il repository di Trixbox per evitare incompatibilità.

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RIPE Handle

Sicuramente se si lavora a stretto contatto con im mondo IP vi capiterà prima o poi di avere bisogno di un handle presso il database whois del RIPE.

Ogni oggetto specifico del RIPE ha necessità di avere un mantainer dell’oggetto stesso, dopo questa breve premessa possiamo andare sul sito del ripe nella sezione whois e iniziare le operazioni:

https://www.db.ripe.net/fcgi-bin/webupdates.pl

1. Person object

Create a new object: person
person: Leonardo Rizzi (nome completo)
address: Via 100 (via e numero civico)
address: 00000 Cità (CAP e paese)
address: Italy (stato)
phone: +39 00 000 000 (numero di telefono)
e-mail: lr@deepreflect.net (email)
nic-hdl: AUTO-1 (con questo permette di generare automaticamente l’handle)
changed: lr@deepreflect.net 19780225 (email e data di modifica anno mese giorno)
source: RIPE (sorgente dei dati)

Se tutto è corretto riceverete un messaggio simile: “Create SUCCEEDED: [person] LR1000-RIPE Leonardo Rizzi”

2. Maintainer object

Create a new object: mntner
mntner: LR-MNT (nome-MNT)
description: Maintainer for LR1000-RIPE (qui server una descrizione)
admin-c: LR1000-RIPE (la persona creata)
auth: MD5-PW password-criptata-md5 (se siete pigri usate webcrypt per generare l’hash)
mnt-by: LR-MNT (uguale a mntner)
referral-by: LR-MNT (uguale a mntner)
upd-to: lr@deepreflect.net (email)
changed: lr@deepreflect.net 19780225 (email e data di modifica anno mese giorno)
source: RIPE

Which should result in the following: [mntner] LR-MNT

3. Proteggere il person object

sempre da webupdate cercate -> LR1000-RIPE

aggiungete questi due elementi

mnt-by: LR-MNT
password: password (qui dovete inserire la vostra password in chiaro non l’hash)

A questo punto se non ci sono errore siete presenti nel ripe come persone e mantainer di vuoi stessi.

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Cisco – Catalyst Shaping/Ratelimit

Questo è il metodo per fare un sorta di shaping/ratelimit sui catalyst 29xx sul traffico in ingresso su una determinata porta dello switch questo è utile c’è la necessità di limitare la banda in upload di un server, su questa serie c’è però un limite di step di 1Mbit/s nonstante l’immagine Lite o Lanbase il discorso non cambia. Questo sistema non permette di avere una situazione simmetrica quindi il traffico in uscita si può molto molto grezzamente limitare con un’altro sistema che descriverò in seguito.

Prima cosa creare una classmap con associata un acl:

class-map match-all M_P00
match access-group name A_P00

Seconda cosa definire la policy, che contiene l’associazione alla classmap:

policy-map P_P00
class M_P00
police 3000000 64000 exceed-action drop

La sintassi è “police” numero di banda allocata espressa in Bits/s, numero di burst espresso in Bytes poi l’azione in caso il limite venga superato nel mio caso sono 3Mbit/s con bust di 62 Kbyte

Terza cosa associamo la policy alla porta specifica dello switch:

interface FastEthernet0/1
service-policy input P_P00

Ultima cosa, l’acl ne mio caso seleziona tutto il traffico:

ip access-list extended A_P00
permit ip any any

Questo è un sistema grezzo per fare un ratelimit del traffico in uscita dallo switch:

interface FastEthernet0/1
srr-queue bandwidth limit 10

La parte numerica della sintassi è espressa in % sulla velocità della porta.

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MySQL Backup & Restore

Per effettuare un backup del singolo database:

root@tardis:~# mysqldump --database dbname > name_db.sql -u root -p

Queste sono opzioni utili:

–quick: effettua il dump direttamente sullo standard output;
–add-drop-table: inserisce le istruzioni di eliminare le tabelle esistenti prima di ricrearle;
–add-locks: blocca gli inserimenti;
–lock-tables: blocca la lettura;

Per fare un restore del singolo database:

root@tardis:~# mysql --one-database dbname < name_db.sql -u root -p

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Solaris – Zones, In the Beginning

Uso Solaris da quasi un anno ma non mi sono mai cimentato nell’uso delle famose Zones riassumendo i poche parole giusto per capire di cosa si parla dico: “operating system level virtualization”

bash-3.00# zonecfg -z Z01
Z01: No such zone configured
Use ‘create’ to begin configuring a new zone.
zonecfg:Z01> create -b
zonecfg:Z01> set zonepath=/zones/Z01
zonecfg:Z01> exit
bash-3.00# zoneadm -z Z01 install
Preparing to install zone <Z01>.
Creating list of files to copy from the global zone.
Copying <115072> files to the zone.
Initializing zone product registry.
Determining zone package initialization order.
Preparing to initialize <792> packages on the zone.
Initialized <792> packages on zone.
Zone <Z01> is initialized.
The file </zones/Z01/root/var/sadm/system/logs/install_log> contains a log of the zone installation.
bash-3.00#
bash-3.00# zonecfg -z Z01
zonecfg:Z01> add net
zonecfg:Z01> set address=10.0.0.1
zonecfg:Z01> set physical=hme0
zonecfg:Z01> end
zonecfg:Z01> verify
zonecfg:Z01> commit
zonecfg:Z01> exit

bash-3.00# zoneadm -z Z01 boot

bash-3.00# zlogin -C Z01

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Sorry, I don’t know anything about your “xterm-color” terminal.

Oggi durante una serie di comandi con un senso ben preciso Solaris mi ha parlato in questo modo:

Sorry, I don’t know anything about your “xterm-color” terminal.

La perplessità generale mi ha fatto lanciare questo comando:

bash-3.00#  export TERM=vt100

Ma molto probabilmente sarebbe stato meglio un terminale “ansi”

Sorry, I don’t know anything about your “xterm-color” terminal. Read More »

Perl – Zabbix SMS Allert

Un netmonitor, non è un vero netmonitor se non fa squillare il telefono del sysadmin con un sms almeno 3 volte a notte, ecco qui uno script in perl per interfacciare zabbix con il servizio fornito da Mobyt tramite un POST http su un loro gateway, con qualche aggiustatina può essere usato anche con altri servizi analoghi.

#!/usr/bin/perl

# Leonardo Rizzi
# Version 0.3
# SMS sent throuth Mobyt gateway
# Designed for use without ip autentication only MD5 Hash
# Attention: there aren't any check but message limit is of 160 charaters.

use Digest::MD5 qw(md5_hex);
use strict;
use LWP::UserAgent;
use HTTP::Request::Common qw(POST);
my ($operation, $qty, $rcpt, $query, $out, $ua, $ok, $ko, $data, $from);
my ($code, $id, $password);

$id="username";
$password="password";
$ok='SMS Sent Correctly';
$ko='SMS Not Sent';
$from= $ARGV[1];
$operation="TEXT";
$qty = 'h';

#attention this fuking provider don't accept 00 for international area code only + if you use 00 you get sent error
$rcpt = $ARGV[0];
$data = $ARGV[2];
$code = join '', $id,$operation,$rcpt,$from,$data,$password;

my $ticket=md5_hex($code);

$ua = new LWP::UserAgent;
$ua->agent("SMS_MD5_Relay/0.2 " . $ua->agent);
my $req = POST 'http://smsweb.mobyt.it/sms-gw/sendsmart',
[
id => $id,
operation => 'TEXT',
rcpt => $rcpt,
from => $from,
data => $data,
qty => $qty,
ticket=> $ticket
];

my $res=$ua->request($req);

if ($res->content =~ /^OK/)
{
fine_ok (); }
else
{ fine_ko (); }

exit;
sub fine_ko () {
my $msg=shift;
print "$ko\n";
exit (1);

}

sub fine_ok () {
my $msg=shift;
print "$ok\n";
exit (1);

}

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MySQL – Reset root password

E si a volte capita di non ricordare o avere sotto mano la password di un database mysql, ecco qualche breve passaggio per reimpostarla:

1. Stoppare il server mysql solitamente una cosa del genere dovrebbe bastare:

root@tardis:~# /etc/init.d/mysql stop

2. Avviare una sessione del demone mysql con il parametro “skip grant table”

root@tardis:~# mysqld_safe –skip-grant-tables

3. A questo punto è possibile collegarsi al server senza che richieda credenziali quindi:

root@tardis:~# mysql
>

4. Reipostiamo direttamente nella tabella del db la password di root:

mysql> UPDATE mysql.user SET Password=PASSWORD(‘NewPass’) WHERE User=’root’;
mysql> FLUSH PRIVILEGES;

5. Stoppiamo il demone avviato con il “skip grant table” e riavviare quello corretto:

root@tardis:~# /etc/init.d/mysql start

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PHP – Charset

Questo è dedicato a tutti quei programmatorucoli da quattro soldi che credono che si un problema di server quando nelle loro paginette del cavolo non vedono correttamente i caratteri.

Questa cosa:

<meta http-equiv=”Content-Type” content=”text/html; charset=utf-8″/>

Solitamente è quello che viene inserito nelle pagine html.

Per chi volesse capire ecco la spiegazione del perché questo non basta, in pratica l’engine legge il codice lo interpreta e restituisce un qualcosa, ovviamente questo qualcosa è definito chiaramente in fase di programmazione se vi dimenticate di inserire la codifica (vedi sotto) come diavolo può sapere l’engine php, che charset avete usato nella pagina?

<?php
header('Content-type: text/html; charset=utf-8');
?>

Quindi ricordate di entrambe le cose anche se la pagina contiene html ma è .php e non rompete ai sistemisti che hanno già tante cose da fare.

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Debian – PXE installation

Dato che ultimamente è più facile per me avere a portata di mano un portatile o dispositivo simile e non i cd che vanno innesorabilmente persi, mi sono deciso a mettere un sistema di boot PXE sul notebook per effettuare l’installazioni dei server.

Ecco quello che serve per partire, è necessario avere questi 3 pacchetti:
– Il server TFTP dove risiederanno le immagini di boot.
– Il server DHCP per distribuire gli indirizzi e i parametri PXE
– Il dnsmasq questo servirà ad installazione avviata per recuperare i pacchetti dal repository

1. Quindi prima cosa installiamo:

root@tardis:~/apt-get install tftpd-hpa dhcp3-server dnsmasq

2. Abilitiamo il server tftp con questi passaggi:

Editiamo:
/etc/default/tftpd-hpa

Modificando questo parametro:
RUN_DAEMON=”no”
in questo:
RUN_DAEMON=”yes”
Io mi sono creato per comodità un link simbolico alla root del tftp in /

root@tardis:~# ln -s /var/lib/tftpboot /tftp-root

Ora di può far partire il servizio:

root@tardis:~# /etc/init.d/tftpd-hpa start

3. Abilitiamo il server dhcp:

Editiamo questo file:
/etc/dhcp3/dhcpd.conf

Inserendo queste righe:

option domain-name-servers 192.168.10.50;
default-lease-time 86400;
max-lease-time 604800;
authoritative;

subnet 192.168.10.0 netmask 255.255.255.0 {
range 192.168.10.10 192.168.1.20;
filename “pxelinux.0”;
next-server 192.168.10.50;
option subnet-mask 255.255.255.0;
option broadcast-address 192.168.1.255;
option routers 192.168.10.50;
}

Ora di può far partire il servizio:

root@tardis:~# /etc/init.d/dhcpd-server start

4. Abilitiamo il dnsmasq

Editiamo questo file:
/etc/dnsmasq.conf

dhcp-boot=pxelinux.0,tardis,192.168.10.50

Ora di può far partire il servizio:

root@tardis:~# /etc/init.d/dnsmasq start

5. Routing:

Questa parte ci serve per fare il get dal repository usando il portatile da router.

root@tardis:~# echo 1 > /proc/sys/net/ipv4/ip_forward

6. Prepariamo il repository locale:

root@tardis:~# cd /tftp-root
root@tardis:~# wget http://ftp.nl.debian.org/debian/dists/etch/main/installer-i386/current/images/netboot/netboot.tar.gz
root@tardis:~# tar xvf netboot.tar.gz

Con questa operazione creaiamo il repository per il boot normale senza opzioni, eventuali parametri andranno specificati manualmente.

Ora collegando una macchina da installare con il pxe abilitato, prederà l’ip dal server dhcp e caricherà l’immagine di boot tramite tftp!

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Debian – debian-sys-maint

Se per sbaglio durante un restore di un database mysql cancellaste l’utente di sistema debian-sys-maint
Potete ripristinarlo usando la password generata e scritta in chiaro in questo file:

/etc/mysql/debian.cnf

Questo è necessario se usate il sitema APT per gestire gli aggiornamenti dei servizi, in caso contrario non ha senso di esistere.

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VPS Linux – TUN/TAP Device

Se aquistato una vps con Debian basata su XEN ricordatevi che nella maggio parte dei casi mancano tools per gestire i moduli quindi per utilizzare un qualsiasi modulo in questo caso particolare tun/tap occorre installarli:

# apt-get install module-init-tools

#modprobe tun

# mkdir /dev/net

# mknod /dev/net/tun c 10 200

A questo punto è tutto pronto.

Per riconoscere se è questo il vostro problema è facile incorrere in questo errore:

QM_MODULES: Function not implemented

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